Come sappiamo, la pandemia e il lockdown hanno causato una grave crisi per l’industria culturale, un settore che dà lavoro a circa un milione di persone. Per questo, domenica 21 giugno, nella giornata della Festa della Musica, gli artisti sono scesi in Piazza Duomo a Milano per protestare e chiedere il sostegno di tutti i lavoratori del settore, fermi dal 24 febbraio.
Sebbene, dal 15 giugno, è stato possibile riprendere gli spettacoli dal vivo, comunque ancora vi sono regole che limitano l’accesso al pubblico: infatti, per gli spettacoli al chiuso, è consentito un massimo di 200 persone, mentre per quelli all’aperto un massimo di 1000 persone, regola che di fatto blocca tanti live, dai concerti alle opere liriche.
Al flashmob hanno partecipato tantissimi artisti, tra questi Manuel Agnelli, Levante, Cosmo e Diodato, che non hanno deciso di esibirsi, ma si sono dati appuntamento in Piazza Duomo, tutti vestiti di nero in segno di lutto, per osservare alcuni minuti di silenzio e chiedere un futuro per la musica e per le tante persone che ci lavorano.

Gli artisti hanno chiesto un’indennità per i lavoratori della musica e dello spettacolo fino a quando non sarà possibile ripartire a pieno con il lavoro: “Questa festa senza musica vuole unire simbolicamente l’intero paese e far comprendere alle persone e alle istituzioni che dietro ogni disco e a ogni live, in ogni spazio culturale, in ogni Festival o Live Club, nei grandi eventi, negli stadi, nei palazzetti o nelle feste di piazza che animano tutto il Bel Paese, c’è il lavoro di una squadra di persone”, hanno dichiarato i responsabili de La Musica che Gira, i quali hanno organizzato il flash mob. Concludono dicendo: “Questa squadra è formata da tantissimi lavoratori: musicisti, team di produzione, manager, uffici stampa, promoter, booker, discografici, autori, editori, tecnici altamente specializzati, maestranze, professionisti e altre innumerevoli figure professionali”.